Borromei sul caso Costantini: “Attivate da subito tutte le procedure disciplinari previste”

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Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona interviene nella questione del medico falconarese,  ancora in attività. “Non abbiamo potere interdittivo immediato ma la commissione disciplinare dell’Ordine sta facendo il suo corso. Affermare il contrario confonde l’opinione pubblica”.

“Nei confronti del nostro iscritto, indagato perché avrebbe inoculato vaccini falsi ai suoi pazienti, vista la rilevanza del caso, l’Ordine ha attivato immediatamente le procedure disciplinari previste dalla Legge. Ma tra queste non è contemplata l’interdizione immediata del medico dalla sua attività. La sospensione può avvenire solo dopo che si sarà celebrato, in seno agli organismi preposti dell’Ordine, un regolare processo disciplinare che ha le sue fasi e i suoi tempi. L’azione disciplinare è comunque avviata e il medico è già stato convocato nei giorni scorsi in audizione presso l’Ordine per fornire spiegazioni”. Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona, Fulvio Borromei, interviene sul caso del medico falconarese per fare chiarezza dopo che la stampa ha sottolineato nei giorni scorsi come il dottore sia ancora in servizio nonostante le gravi accuse pendenti. “Il fatto che il professionista stia ancora esercitando non significa che non sia già partita verso di lui l’azione disciplinare da parte dell’Ordine che presiedo, come si potrebbe erroneamente pensare leggendo quanto riportato sulla stampa – spiega Borromei – Il giorno stesso in cui ho avuto notizia di questi fatti mi sono attivato personalmente contattando la magistratura, poiché le nostre azioni si muovono in modo parallelo per quanto ciascuna secondo la sua competenza. E come accade per la giustizia penale, anche per noi valgono regole e procedure, fissate dalla Legge, secondo le quali si può comminare la sospensione solamente dopo aver istruito un processo e accertato le responsabilità effettive dell’iscritto”. Borromei specifica che l’Ordine non ha un potere interdittivo immediato se non in due casi: se il medico viene incarcerato o arrestato. “In questi casi l’interdizione scatta in automatico ope legis – continua Borromei – ma non è questa la fattispecie. Per questo, sostenere che il medico è in attività perché l’Ordine non ha emanato provvedimenti interdittivi è un’affermazione scorretta che ritengo dannoso venga trasmessa all’opinione pubblica, la quale deve invece sapere che l’Ordine svolge un’attività di controllo e prevenzione il più delle volte silenziosa, ma sempre vigile a protezione della sicurezza e della salute pubblica”. I prossimi passaggi dopo l’audizione del medico da parte dell’Ordine saranno la convocazione della Commissione disciplinare che dovrà fissare la data del processo e il sanitario avrà comunque un tempo tecnico di 20 giorni per produrre la sua memoria difensiva.

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