Prendersi cura: la palliazione al tempo del Covid

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Giunto alla settima edizione ed organizzato dall’Ordine dei Medici e dei Chirurghi della provincia di Ancona, il convegno nazionale sulle Cure Palliative ha affrontato il tema  dell’emergenza pandemica. “Soprattutto in questa situazione così difficile le cure palliative rappresentano un tassello fondamentale per la costruzione di una comunità inclusiva in grado di rispondere ai bisogni dei più fragili”, spiega il presidente Borromei.

Il valore umano, non solo medico, del prendersi cura, durante la pandemia, ha assunto in significato ancora più profondo. “Proviamo solo ad immaginare chi ha visto la propria vita già colpita da una grave malattia, dover affrontare anche il Covid19 – spiega il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Ancona Fulvio BorromeiIn questo contesto così delicato, il sistema della palliazione, da sempre portato ad assistere i malati più gravi e le loro famiglie, ha svolto un ruolo determinante, grazie alla comprovata capacita di farsi carico delle persone e dei nuclei familiari più fragili”. Muove anche da questa considerazione la decisione dell’Omceo Dorico di dedicare all’emergenza sanitaria il settimo Convegno Nazionale sulle Cure Palliative dal titolo “Le Cure palliative al tempo del Coronavirus”, svoltosi in modalità web proprio per i provvedimenti del Governo anti covid. “Siamo più che convinti che sia stato giusto esserci soprattutto in una situazione così particolare modificando l’evento nella forma ma confermando i contenuti di sempre”, chiariscono i responsabili scientifici del convegno, il Presidente Borromei e il Consigliere segretario Arcangela Guerrieri. La pandemia da Coronavirus ha reso ancora più evidenti criticità e solitudine dei pazienti e le cure palliative, che da sempre sono rivolte alle persone più sofferenti affette da patologie croniche evolutive e neoplastiche, sono andate ancora più incontro alla sofferenza, “contribuendo alla creazione di una comunità condivisa in grado di rispondere come meglio possibile alle esigenze e bisogni delle persone più in difficoltà” dice ancora Borromei.

Il presidente di Omceo Ancona sottolinea quindi come le cure palliative siano “un terreno  strategico per la professione del medico proprio perché sintetizzano perfettamente il paradigma essenziale del prendersi cura, dell’accompagnare, alla base della rivoluzione etica della professione”. Questo settimo Convegno, che fa ancora una volta delle Marche e del suo capoluogo regionale un punto di riferimento nazionale delle tematiche legate alla palliazione, ha assunto una duplice valenza: quella generale di riallacciare con gli appuntamenti degli anni precedenti un unico filo conduttore sul valore multidisciplinare delle cure palliative ed uno più specifico, legato all’attualità. “I cittadini si sono ammalati, sono rimasti isolati dagli affetti, dalle famiglie ed è proprio in questo squarcio affettivo e sociale – prosegue Borromei –  che i medici e il personale sanitario hanno offerto il meglio di sé, prodigandosi per salvare vite umane ma anche per essere, quando possibile, portatori di parole alle famiglie, come avviene da anni con la palliazione”. Intanto nel decreto Rilancio del Governo è stato inserito un provvedimento che istituisce la Scuola di Specialità in Cure palliative,

un traguardo importante perché consente un momento di approfondimento della materia essenziale, tuttavia servirebbe ampliarne gli orizzonti, trasformandola in un patrimonio comune a tutta la professione. Per questo sarebbe importante creare ulteriori momenti formativi che facciano della palliazione un denominatore comune della classe medica e di tutte le professioni sanitarie. Con questo convegno abbiamo voluto, infine, evidenziare la fondamentale attività compiuta dalle reti territoriali di cure palliative, che hanno affrontato l’emergenza portando un contributo di cura appropriato e fronteggiato situazioni cliniche e psicologiche tra le più estreme”.

Cure palliative, creare un percorso condiviso

E’ stato una sorta di appello da parte di tutti i relatori del settimo Convegno nazionale sulle Cure Palliative: il percorso da costruire in questo particolare campo medico necessita ”di un impegno comune, di uno sforzo condiviso, proprio per essere di maggiore aiuto ai cittadini, specie quelli più deboli” – ha sintetizzato il presidente Nazionale di Fnomceo Filippo Anellipoiché solo una sinergia consapevole tra tutte le professioni sanitarie permette di ottenere risultati appropriati nell’attività di assistenza ad un numero crescente di persone”. Le Cure palliative, infatti, sono rivolte non solo al fine vita ma anche alla cronicità. In Italia i cronici censiti sono il 40% dei malati, tra dieci anni, si stima arrivino al 50%. E intanto un primo obiettivo in termini di palliazione sembra essere stato raggiunto: nel decreto Rilancio del Governo si prevede l’istituzione di Scuole di specialità in Cure palliative, “bene, ma non ci si fermi a questo – ha detto il Consigliere segretario Omceo Ancona Arcangela Guerrierioccorre pensare a veri e propri momenti formativi a livello universitario, a incontri che amplino la conoscenza di questo comparto. Tutti i medici dovrebbero poter avere nozioni sulla materia e se ci si limita alle sole scuole si rischia di isolare una disciplina cui serve invece una diffusione ancora più vasta, tale da creare una consapevolezza più elevata sull’importanza della palliazione, sia tra la classe medica che tra gli stessi cittadini”.

 

 

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