LA POPOLAZIONE INVECCHIA, IL GRANDE ANZIANO È IL PAZIENTE DEL FUTURO

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La media dell’anzianità in Italia è più alta del 5% rispetto all’Europa. Il 6° appuntamento nazionale sulle Cure Palliative vede i massimi esperti del settore confrontarsi sui problemi connessi ad una longevità sempre maggiore che necessita di un’assistenza sempre più specializzata ed efficace.

Un progresso scientifico inarrestabile che consente un allungamento non indifferente dell’aspettativa della vita media non può bypassare gli aspetti legati alla qualità della stessa. E laddove una cura e una guarigione definitive non siano possibili per via dell’età, è necessario custodire la dignità della persona. L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, sempre in prima linea per quanto concerne il tema della palliazione, pone proprio il ‘grande anziano’ al centro del 6° Convegno Nazionale delle Cure Palliative di Ancona.

Il ‘grande anziano’ è colui che appartiene a una categoria estremamente fragile e vulnerabile sia per via dell’età avanzata, sia perché molto frequentemente agli anni accumulati si accompagnano condizioni patologiche o, in alcuni casi, un inadeguato supporto familiare. In questa prospettiva, la cura del grande anziano pone la medicina di fronte a due grandi sfide: in primo luogo, dover affrontare la complessità della condizione clinica e umana del paziente trovando un equilibrio tra accanimento terapeutico e abbandono. In secondo luogo, essere in grado di individuare il confine che rappresenta la condizione di irreversibilità della condizione clinica, per cui risulta indispensabile l’approccio sintomatico e palliativo.

Garantire il diritto alla salute è il primo fondamento della professione medica – sostiene Fulvio Borromei, presidente Omceo Ancona un diritto che si completa con la custodia della dignità, laddove non esiste più alcuna cura possibile. Perché fare il medico significa anche questo: trovarsi quotidianamente a percorrere strade tortuose, delineate dall’imperativo del guarire e dalla missione dell’’assistere. Due anime che rendono il nostro lavoro capace di sostenere il paziente anche nella fase terminale della vita’.

Un tema che impone una riflessione urgente in quanto la percentuale di persone anziane è in aumento in quasi tutti i paesi. Si stima che entro il 2050 circa 2 miliardi di persone nel mondo avranno più di 60 anni, tanto che si inizia già a parlare di ‘terza’ e ‘quarta età’. L’Italia supera del 5% la media europea per anzianità, un dato poco rassicurante se pensiamo che ogni 100 giovani ci sono 168,9 anziani, molti dei quali non autosufficienti e spesso ospitati in residenze protette, in strutture socio assistenziali o ad usufruire dell’assistenza domiciliare.

Ancona, 8 giugno 2019

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