Dottoressa aggredita: la solidarietà dell’Ordine

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Il Presidente Fulvio Borromei esprime la vicinanza alla collega dopo la violenta aggressione di sabato scorso: “Ha onorato la professione e il camice che porta”. Poi richiama l’attenzione sulla sicurezza: “Classe medica troppo spesso  lesa da atti violenti: tutelarla per il bene collettivo”.

Arriva la piena solidarietà dell’Ordine dei Medici di Ancona alla dottoressa vittima della grave aggressione di qualche giorno fa mentre stava soccorrendo un giovane nella sua abitazione di via Tiraboschi. A parlare, a nome di tutto il Consiglio, è il Presidente dell’Omceo Ancona, Fulvio Borromei: “Venuti a conoscenza dell’increscioso episodio – dice – esprimiamo la nostra più viva e sincera vicinanza alla collega, colpita da un atto di violenza inspiegabile ed assolutamente deprecabile, perpetrato ai suoi danni nel momento in cui era nelle vesti delle sue funzioni e in cui stava svolgendo ligiamente e senza risparmiarsi il suo dovere professionale”.

Il Presidente richiama quindi l’attenzione su una problematica particolarmente delicata, quale quella della sicurezza nel lavoro per i professionisti della medicina: “La collega ferita – continua Borromeinon si è sottratta al suo dovere ed ha onorato tutta la classe medica, che costantemente si espone ad una serie di rischi professionali tra i quali purtroppo annoveriamo sempre più spesso anche atti di violenza ingiustificata come quello di sabato scorso. Tutto ciò è lesivo della dignità della nostra professione, ma si configura anche come un danno all’intera comunità: la prima ad avere bisogno di medici che possano svolgere il proprio dovere in sicurezza e senza timori per la propria incolumità”.

Borromei sottolinea infatti come l’attività dei medici, specialmente quelli di Guardia o di Pronto Soccorso, sia una risorsa preziosa per la tutela della salute dei cittadini e garanzia di tempestivo intervento a salvaguardia della stessa. “Alla luce di fatti come questi – conclude – non possiamo che evidenziare come la tutela morale e fisica della nostra professione sia un presupposto irrinunciabile per la garanzia di salute e di cura del cittadino”.

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