Cure palliative: risorsa inaspettata per il malato

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Promuovere la cultura della terapia del dolore per dare dignità e qualità di vita al malato terminale. Con questo obiettivo viene istituito a livello nazionale un Gruppo di Lavoro dedicato a questo aspetto, presieduto da Fulvio Borromei, Presidente dell’Ordine dei medici di Ancona.

Alleviare le sofferenze del paziente per garantire una migliore qualità della vita: la missione della medicina non si esaurisce di fronte a mali che non rispondono più alle terapie, ma prosegue con forza per assicurare che il malato possa vivere in modo dignitoso il periodo finale della propria vita. Sulla base di questa convinzione è stato istituito dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri il Gruppo di lavoro per la promozione della cultura e dell’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. A coordinarlo, Fulvio Borromei, Presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona. “Nel nostro Paese – spiega – non esiste una vera cultura della palliazione, perché la formazione di chi opera nel settore è debole e i cittadini non sempre conoscono approfonditamente la questione: sono portati a ritenere le cure palliative un qualcosa di inutile quando non c’è più nulla da fare. Non è ancora stato compresa l’importanza di dare dignità, affetto, cura della persona che se ne sta andando”.

Insomma, l’ultima parte della vita non è un semplice accompagnamento alla morte, ma un periodo dell’esistenza che, per quanto doloroso, ha tutto il diritto di essere vissuto e di essere considerato come un “tempo” nel quale la qualità della vita deve restare al primo posto. Obiettivo del Gruppo di lavoro è quindi proprio quello di favorire la circolazione di informazioni, promuovendo e coordinando iniziative finalizzate alla creazione di modelli di assistenza integrata che garantiscano il giusto supporto ai pazienti in fase terminale. “È fondamentale in questo senso la collaborazione tra tutti gli Ordini Provinciali – dichiara ancora Borromei – Sono loro i primi a dover diffondere i principi e le finalità delle cure palliative avvalendosi di figure professionali adeguatamente formate”.

Il nuovo Gruppo per le Cure Palliative viene ad istituirsi in un quadro controverso come quello italiano: secondo una ricerca Agenas (Agenzia Nazionale Per i Servizi Sanitari regionali), elaborata a marzo 2013, solo il 18,5% delle strutture dedicate alle terapie palliative nel nostro Paese risponde a tutti i criteri stabiliti dalla legge, mentre il 42% possiede solo i criteri minimi. Questo significa che molto spesso la terapia non è garantita h24 come dovrebbe essere. Una carenza da imputare forse agli scarsi fondi destinati, o forse ad una esigua richiesta giustificata dal fatto che molti cittadini non sanno di aver diritto a questo genere di cure. “È proprio su questo che vogliamo e dobbiamo intervenire – conclude Borromei – La medicina è consapevole dell’importanza di questa sua ulteriore missione e deve far si che anche l’opinione pubblica intera lo sia. Perché laddove c’è una minima possibilità di intervento che migliora lo stato, anche solo psicologico, del paziente, essa va colta. Anche questo è essere medico”.

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