Recuperare il “tempo clinico” dei nostri medici
Meno burocrazia più rapporto con il paziente: la richiesta dei giovani camici bianchi fotografati dalla ricerca dell’Ordine dei Medici di Ancona. Si sceglie ancora la medicina per vocazione, ma troppi i vincoli nel suo esercizio. Il presidente Borromei: “Patrimonio professionale inestimabile per la regione, da non disperdere”.
Amano la loro professione ed amano anche lavorare nelle Marche. Dati da non sottovalutare quando si sente così tanto parlare di fuga dei cervelli e di sistema sanitario regionale in affanno. Loro, i medici, ci sono e sono pronti a dare il proprio contributo per una sanità efficiente e, soprattutto, a servizio della salute dei cittadini. A dirlo è la ricerca “Identità e Pratica Professionale”, effettuata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona su un campione di 800 iscritti tra gli anni 2001 e 2011, in base alla quale i camici bianchi under 40 (l’età media del campione è di 33,7 anni) sono fortemente radicati al territorio di appartenenza e nel 98% dei casi scelgono di restare ad esercitare nelle Marche nonostante le difficoltà e la crescente burocratizzazione della professione. “Con questa ricerca – commenta Fulvio Borromei, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Ancona – abbiamo avuto la consapevolezza dell’inestimabile patrimonio professionale rappresentato dalla nostra classe medica, con particolare riferimento alla sua popolazione più giovane. Il medico che abbiamo fotografato conosce le lingue, ha fatto anche esperienze all’estero, ma è fortemente radicato nel territorio. Eppure non è facile oggi essere medico, ci sono vincoli che penalizzano questi giovani professionisti, che non si sentono affatto supportati dall’organizzazione sanitaria. Si sente invece forte la necessità di recuperare il tempo clinico del medico, che viene invece sempre più ‘rosicchiato’ da pratiche che poco hanno a che vedere con la medicina”.
La ricerca, che è durata oltre un anno di lavoro, è stata condotta dal CRISS (Centro Interdipartimentale per la Ricerca sull’integrazione socio-sanitaria), dell’Università Politecnica delle Marche, guidato dalla Professoressa Giovanna Vicarelli: si tratta della prima indagine a livello nazionale che ha puntato a dare uno spaccato a trecentosessanta gradi della professione, sia dal punto di vista lavorativo che personale, “misurando” anche il grado di soddisfazione emotiva del campione: “Questa ricerca riempie un vuoto conoscitivo sulla figura del medico italiano – dice la professoressa Vicarelli – Si è basata su parametri socio-demografici precisi, che hanno evidenziato come i giovani dottori siano ancora mossi da valori filantropici, nonostante il notevole livello di stress e le difficoltà organizzative del sistema sanitario“.