Dite 33: un questionario per la salute professionale dei giovani dottori

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L’Ordine dei Medici della provincia di Ancona, primo in Italia, lancia un “censimento” tra gli iscritti degli ultimi dieci anni per un confronto sulle condizioni di vita e di lavoro. Un’indagine di spessore scientifico e umano, che prevede un nuovo incontro collettivo ad Ancona il 16 giugno.

Di solito la pressione sono loro a misurarla, i medici. Di solito sono loro ad occuparsi degli altri. Per una volta invece lo scenario cambia. Per una volta anzi, per la prima volta in Italia, saranno i giovani dottori ad essere sotto osservazione. L’occasione è la “chiamata a rapporto” della categoria da parte dell’Ordine dei Medici di Ancona, che promuove un vero e proprio “censimento” dei suoi iscritti, con lo scopo di conoscerli più da vicino. Di individuarne i profili  professionali, ma anche – ed è qui la novità – di sondarne gli aspetti più legati alla sfera personale, alle aspettative, alle soddisfazioni o alle disillusioni di ognuno di loro. E sono ben 800 i medici contattati per partecipare all’iniziativa, selezionati tra coloro che hanno prestato il giuramento di Ippocrate negli ultimi dieci anni. Giovani professionisti cui l’Ordine ha dato un primo appuntamento nelle scorse settimane ed ora si prosegue con il secondo il prossimo 16 giugno (presso il Conero Break, ndr), per intraprendere un dialogo costruttivo e per fotografare la realtà della professione in un momento congiunturale in cui essere medici – come ci insegna la cronaca di questi giorni – è tutt’altro che facile.

Durante l’incontro, a ciascun medico sarà infatti consegnato un questionario articolato in oltre 100 quesiti, le cui risposte confluiranno nella ricerca condotta in collaborazione con il Criss (Centro Interdipartimentale per la ricerca sull’integrazione socio sanitaria) dell’Università Politecnica delle Marche, che tra qualche mese consegnerà uno spaccato fedele della categoria e della qualità della vita lavorativa di chi opera nei reparti, in corsia tra i pazienti, negli ambulatori. Una ricerca che sicuramente porterà a fare delle riflessioni importanti sulla professione, su come essa realmente è e su come viene percepita.

Ed è notevole ma sentito l’impegno dell’Ordine dei Medici di Ancona che – dopo aver compiuto 100 anni appena pochi mesi fa – con questa iniziativa ha deciso di aprire una nuova fase, di maggiore vicinanza ai colleghi, nella consapevolezza che il medico non va lasciato solo. Specie se giovane e dotato di una esperienza ancora relativa. Lo conferma il Presidente Fulvio Borromei che sottolinea: “con questa ricerca vorremmo far emergere uno spaccato attuale e reale sulla condizione del medico in tutta la sua complessità. Quello a cui teniamo è pertanto offrire ai nostri iscritti un ambiente in cui crescere appropriatamente, soprattutto da un punto di vista umano”. Dunque una ricerca dalla duplice valenza: scientifica e umana, avviata nella certezza che mai come nel caso dei medici il grado di soddisfazione o insoddisfazione interiore è tanto importante quanto le capacità professionali per riuscire a svolgere adeguatamente il proprio compito, in un reparto o in un pronto soccorso, in uno studio o durante una guardia medica. Ora la parola spetta a loro.

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