Medici di famiglia e varie specialità: correre ai ripari prima che sia tardi

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L’appello alla Politica del presidente dell’Omceo di Ancona, Fulvio Borromei, per aumentare le borse di studio di medicina generale e altre specializzazioni: non bastano alle esigenze di turnover, se si continua così, tra dieci anni 14 milioni di persone saranno senza medico di base, né pediatra.

Oggi sono circa 900 in tutta Italia le borse per la MG, ma ne servirebbe almeno il doppio per avere nel prossimo futuro un numero di medici di famiglia sufficiente a coprire le esigenze della popolazione. Stiamo parlando delle Borse di studio di medicina generale, che lo Stato prevede ogni anno, appunto, per la formazione di nuovi Medici di famiglia. Medici che nel giro di due lustri potrebbero diventare estremamente rari se la crescita formativa continua a questo ritmo, con un danno incalcolabile per la tenuta del servizio sanitario nazionale e per la salute pubblica. Eppure di questo problema non si è fatta alcuna menzione nei temi e nelle promesse (sia pure tante) di questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli. Pone l’accento sul tema invece Fulvio Borromei, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Ancona, che riporta con forza il quesito all’attenzione della classe politica: ‘Come si pensa di poter sopperire alle esigenze di turnover dei medici di medicina generale con questo numero insufficiente di borse di specializzazione? – dice – Se non si correrà ai ripari subito, tra dieci anni mancheranno medici di famiglia e specialisti‘. Il conto, a livello nazionale, è presto fatto: entro il prossimo decennio saranno circa 33mila i medici di famiglia che andranno in pensione, mentre le new entry previste per sostituirli sono di sole 11mila unità. Ciò significa 22mila medici in meno e, soprattutto, 14 milioni di italiani che rischiano di restare senza medico di famiglia o comunque senza un’assistenza sanitaria sufficiente. La musica non cambia per i pediatri di libera scelta e anche per le altre specializzazioni, con cifre che parlano, più in generale, di 47.284 medici in meno nel Servizio Sanitario Nazionale, causa pensionamenti che avverranno nel prossimo decennio. ‘Si tratta di un’emergenza che va affrontata immediatamente – continua Borromeiperché le ripercussioni di questo gap saranno pesantissime. Oltretutto, la soluzione non sarebbe neppure così gravosa dal punto di vista economico: ogni borsa di studio in medicina generale ha un costo annuale per lo Stato di circa 12.000 euro l’anno. Se si decidesse di raddoppiarle, passando dalle attuali 900 a 1.800 borse, ci sarebbe una spesa di 10 milioni e 800mila euro in più: non stiamo parlando di cifre astronomiche, eppure sarebbero risolutive per il problema’. Anche per quello del ‘limbo’ formativo in cui si trovano oggi moltissimi laureati in medicina senza la possibilità di accesso ai corsi di Formazione Specifica in Medicina Generale o di altre Specializzazioni, costretti ad aspettare che arrivi il loro turno per poter completare la formazione, rassegnandosi alla disoccupazione o sottoccupazione o fuggendo all’estero. Mentre per quanto riguarda le borse di studio in altre specializzazioni, il cui costo si aggira intorno ai 24mila euro l’anno, sarebbe necessario passare dalle attuali 6.000 a 9.200 borse. Una spesa più alta, in questo caso, ma comunque sempre meno delle risorse che sarebbero necessarie per coprire gli innumerevoli impegni elettorali presi dalle forze politiche in questa tornata elettorale. ‘È davvero sorprendente come – conclude Borromei in questa campagna elettorale non sia stato preso in considerazione questo grave problema, sul quale invece vorrei invitare la politica a fare una riflessione seria, attuando tutte le misure di confronto democratico che possano portare ad una soluzione condivisa’. Solo in questo modo si potrà ottemperare al dettato costituzionale di tutela della salute dei cittadini. Inoltre se si vuole pensare ad una Italia del futuro la si deve pensare come ad una nazione che pensa e progetta sulla formazione dei sui giovani ed in questo caso dei Medici.

Ancona, 28 febbraio 2018

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